I nostri progetti
GLI AMICI CHE HANNO FATTO LA STORIA
Il nostro progetto educativo 2020-2021 presenterà numerosi personaggi che hanno fatto la storia: scienziati, pedagogisti, bambini, regine, aviatorie ecc.
Gli alunni, personaggio dopo personaggio, capiranno che il coraggio non ha a che fare con i muscoli e la forza fisica, ma con la consapevolezza dei propri limiti e con la volontà di superarli o almeno di imparare a conviverci.
Anche quest'anno utilizzeremo lo strumento di narrazione Kamishibai per condividere le storie lette e i personaggi incontrati...
IL KAMISHIBAI
Il Kamishibai è un originale ed efficace strumento per l'animazione alla lettura, è un teatro d’immagini di origine giapponese utilizzato dai cantastorie. Una valigetta in legno nella quale vengono inserite delle tavole stampate sia davanti che dietro: da una parte il disegno e dall'altra il testo. Lo spettatore vede l’immagine mentre il narratore legge la storia. Un teatro che sale in cattedra, usandola come luogo scenico per creare un forte coinvolgimento tra narratore e pubblico.
Il nostro progetto educativo 2020-2021 presenterà numerosi personaggi che hanno fatto la storia: scienziati, pedagogisti, bambini, regine, aviatorie ecc.
Gli alunni, personaggio dopo personaggio, capiranno che il coraggio non ha a che fare con i muscoli e la forza fisica, ma con la consapevolezza dei propri limiti e con la volontà di superarli o almeno di imparare a conviverci.
Anche quest'anno utilizzeremo lo strumento di narrazione Kamishibai per condividere le storie lette e i personaggi incontrati...
IL KAMISHIBAI
Il Kamishibai è un originale ed efficace strumento per l'animazione alla lettura, è un teatro d’immagini di origine giapponese utilizzato dai cantastorie. Una valigetta in legno nella quale vengono inserite delle tavole stampate sia davanti che dietro: da una parte il disegno e dall'altra il testo. Lo spettatore vede l’immagine mentre il narratore legge la storia. Un teatro che sale in cattedra, usandola come luogo scenico per creare un forte coinvolgimento tra narratore e pubblico.
PROGETTO CONTINUITA'
La scuola primaria "Sant'Onofrio" ha dato vita ad un nuovo progetto. Il "Progetto Continuità" vede protagonisti i bambini e le bambine dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia "Casa dei Bambini". I più piccoli svolgeranno attività, laboratori ed incontri insieme a tutte le classi della scuola primaria. Il percorso ha l'obiettivo di far conoscere ai bambini della scuola d'infanzia l'ambiente e alcune attività caratteristiche della scuola primaria. |
PROGETTO AMBIENTALE
La scuola propone un percorso di educazione all'ambiente, coinvolgendo i bambini dalla prima alla quinta primaria. Durante l'anno scolastico si svolgono lezioni in aula di due ore ciascuna in ogni classe. Gli incontri hanno l'intento di legare affettivamente i bambini al loro territorio, in un rapporto in cui il rispetto non sia solo una dichiarazione di intenti più o meno formale, ma la naturale conseguenza di un percorso formativo ed educativo che parte dalla curiosità spontanea del bambino. A conclusione di tali incontri, i bambini partecipano a un'uscita didattica, durante la quale i bambini potranno vivere e respirare i luoghi di cui si è discusso in aula, insieme al divertimento e alla compagnia dei propri amici. |
LA LIS E’ PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA SCUOLA
La LIS (Lingua dei Segni Italiana) è ormai entrata a far parte della nostra quotidianità scolastica da alcuni anni. Data la presenza, passata e presente, di alunni sordi segnanti nella nostra scuola, la LIS (di base) è conosciuta da tutti i bambini e dagli insegnanti che imparano canti e preghiere sia in italiano verbale che in Lingua dei Segni Italiana. Nelle classi frequentate dai bambini sordi che utilizzano la LIS come canale comunicativo, vengono svolti circa settimanalmente dei laboratori specifici di studio e approfondimento di questa lingua. Il nostro obiettivo primario è l'inclusione e l'integrazione di tutti i nostri bambini, ecco perché l'approccio da noi utilizzato come prima scelta è il bilinguismo (LIS/Lingua Italiana verbale). In questo modo si permette al bambino sordo, segnante e non, e ai suoi compagni di avere una buona comunicazione reciproca ed una profonda comprensione; cosicché le relazioni tra pari nascano spontaneamente e proseguano senza ostacoli. |
PROPEDEUTICA MUSICALE
“Il tempo a disposizione non sembra mai abbastanza. Avremmo bisogno di mesi o addirittura di anni per poter diventare capaci di muoverci in questo universo che non è soltanto musicale. Tuttavia credo che trattare del ritmo, della voce, del gesto espressivo e dell’ascolto con i ragazzi non sia inutile. Mai. Perché stare con loro, accompagnarli in un cammino con entusiasmo, introducendoli alla realtà, è la cosa più bella e più degna che un adulto possa fare.” Roberto Galvani Il lavoro si articola su diversi fronti. Musica Si lavorerà con strumenti musicali, oggetti sonori, con la propria voce, suonando, cantando e producendo ritmi. Questa esperienza sarà strettamente collegata alle altre ed in relazione alle altre. Teatro e recitazione I ragazzi saranno chiamati ad interpretare un personaggio, un ambiente, una condizione emotiva, lavorando con il proprio corpo e con la voce per comunicare e trasmettere. Spazio – Tempo e Movimento Tutti gli alunni lavoreranno sul movimento del corpo in relazione allo spazio ed al tempo, sui pesi e sulle direzioni, sull’espressività e sull’intensità del gesto. PROGETTO MINIBASKETNel mese di Ottobre tutti i bambini della scuola Primaria parteciperanno al progetto MiniBasket.
Il progetto si basa sull'importanza del movimento, del gioco e del giocosport nel processo di crescita dei bambini, fondamentale perché sono entrambi comportamenti naturali sin dall'infanzia. Nella Scuola Primaria il gioco è il contenitore principale dei processi di apprendimento e attraverso l’attività ludica il bambino sperimenta e concepisce gli aspetti della vita reale, inoltre costituisce un itinerario privilegiato da seguire e un punto di riferimento fisso nella programmazione didattico-educativa. Ecco quindi che il minibasket permette un incontro agile, graduale ed immediato con la palla, con le regole, con i compagni, con gli avversari (“amici che giocano in squadre diverse dalla mia’”) e con la partita. Tale iniziativa completamente gratuita si innesta in un rapporto di collaborazione con la scuola e le società sportive Polisportiva Stella e IBR, che ringraziamo. # IOLEGGOPERCHE'
#ioleggoperché è una grande raccolta di libri a sostegno delle biblioteche scolastiche.
È la più grande iniziativa nazionale di promozione della lettura, ed è organizzata dall'Associazione Italiana Editori. Le biblioteche scolastiche sono un luogo importante per accendere la passione della lettura, fin dalla più tenera età. Per questo organizziamo una grande raccolta di libri che andranno ad arricchire il patrimonio librario a disposizione degli studenti. DRITTOFILO
Le cicatrici sono aperture attraverso le quali un essere entra nella solitudine dell'altro. (Frida Kahlo) Drittofilo nasce dall'incontro a scuola con Tamara poiché madri di due bimbe che frequentavano e frequentano tuttora la medesima classe presso l’istituto Sant'Onofrio di Rimini. Da quel momento è nata una timida amicizia, fatta di sorrisi, confronti e merende insieme. Purtroppo, di lì a poco la terribile notizia della sua malattia che per circa un anno ci ha portato a vivere una crudele altalena fatta di speranze e sconforto. Al termine del primo anno scolastico, siamo state coinvolte nella realizzazione dei costumi per le nostre bambine, utili per la recita che si sarebbe tenuta durante il mese di Giugno. E’ stato bello vivere quella esperienza insieme anche se Tamara faticava, ormai, a stare seduta alla macchina da cucire. Le bimbe giocavano nella stanza accanto e noi, assorte nel progettare come meglio riuscire a creare degli ippopotami credibili, ci dividemmo i compiti: io avrei tagliato, lei avrebbe cucito. Ci furono anche delle lacrime e un massaggio ai piedi, ricordo. Glielo feci io nell'intento - vano – di distrarla dalla prostrazione in cui, anche solo per un attimo, era caduta in mia presenza e a quella delle bambine le quali, a loro volta, improvvisarono un buffo balletto per lei. Qualche ora prima, tuttavia, mentre eravamo concentrate sulle nostre creazioni e i nostri rispettivi compiti, ricordo che – ad alta voce fra me e me – piegando e stendendo ordinatamente la stoffa sul tavolo per tagliarla, dissi: “Vediamo un po’..dov'è il drittofilo?” La stilista Tamara si illuminò e sorrise. Un po’ come potrebbe succedere ad un tale in vacanza in Cina che sente qualcuno dall'altra parte della strada, parlare la sua lingua. Aveva uno sguardo fra l’incredulo e il divertito. Uno di quegli sguardi che, ormai, alla soglia dei 44 anni, sono abituata ad incontrare sul mio cammino poiché, dato assodato, è notoriamente più semplice per l’essere umano “fare del monaco il suo abito”. Ecco, lo ammetto, l’effetto sorpresa che faccio mi diverte sempre molto. Dunque, alla domanda di Tamara “Tu sai cos'è il drittofilo?!” risposi sorridendo “Ma per chi mi hai preso?”. Sono profondamente convinta che ogni essere umano sia fatto di tante cose. Credo che Tamara condividesse questo pensiero e il suo valore. Il giorno del suo funerale, la Chiesa era gremita di persone. I bambini cantavano mentre Ginevra e Isabella – sue figlie – sorridevano, salutavano, abbracciavano gli amici presenti. Mai nessun sorriso è stato capace di comunicarmi così tanta fragilità, inconsapevolezza. Al funerale di mio padre, morto per cause simili a quelle che hanno privato Ginevra e Isabella della loro mamma io – invece - piangevo. Avevo solo qualche anno in più rispetto a loro ma la lunga durata della sua malattia mi aveva privato della possibilità di non comprendere ciò che stava succedendo. Proprio in quei momenti, dunque, mi sono rivista per un attimo bambina. Ho pensato a quante cose avrei voluto fare con mio padre, a quanto mi sia mancato della sua presenza. Anche ciò che non ho mai conosciuto e che non ho avuto il tempo di conoscere. Ho pensato se mai qualcuno avrebbe insegnato a quelle bambine ciò che la loro mamma avrebbe certamente voluto insegnare loro: cucire, ricamare, creare a maglia o all'uncinetto. Mi sono detta: “Perché non farlo noi?”. Perché non la scuola, anche attraverso il nostro contributo? Sarebbe stato un abbraccio per loro, una piccola consolazione, certo. Nulla di nemmeno vicino a colmare il vuoto lasciato da Tamara. Ma avevo la consapevolezza che, in certi casi, anche il tentativo di poter scaldare il cuore di qualcuno può essere sufficiente, quantomeno, a non lasciarglielo congelare. Sarebbe stato un segno di continuità. La dimostrazione che, anche di fronte alla resa inevitabile provocata dalla morte, se si semina Amore si produrrà Amore all'infinito. E poi credo che tutti i bambini, oggigiorno, abbiano uno smisurato bisogno di stimolare la creatività. Di tornare alle cose semplici e, forse, un po’ antiche. Credo sia un’idea da applicare in modo trasversale, sia ai maschi che alle femmine perché “saper attaccare un bottone”, nella vita, può sempre servire a tutti. Credo che le loro creazioni potrebbero rientrare degnamente nella coreografia della recita di fine anno così da sentirsi stimolati da un obiettivo da raggiungere. Si parla tanto, di questi tempi, di abuso di cellulari, internet, di spreco, ecologia. Ebbene, tutto questo combacia perfettamente con il senso di Drittofilo. Perché, dunque, il nome DRITTOFILO: ogni tessuto ha una trama e un ordito. Quando esso viene tagliato per realizzare un abito sarà indispensabile seguire la linea del drittofilo, ovvero la direzione originaria di quel tessuto. Potremo utilizzare le forbici di maggiore qualità sul mercato, il cartamodello dello stilista più raffinato, il filo più pregiato. Ma se non seguiremo il drittofilo nell'operazione di taglio, quell'abito non cadrà mai bene e ciò che avremo creato non sarà un buon prodotto. Tutto ciò, applicato al “tessuto” dei nostri figli si traduce in questo: la scuola, i genitori offriranno ai bambini LA DIREZIONE. Attraverso l’insegnamento, i buoni principi, l’educazione religiosa per chi lo ritiene, l’esempio. Il nostro ruolo è proprio questo, indicare la direzione giusta. Saranno, poi, i nostri figli a decidere quale modello di abito cucirsi addosso, quale colore più si addice loro nel lungo percorso della vita. Noi - anche attraverso questo piccolo grande progetto - avremo fornito l’indicazione della strada giusta da percorrere. Qualcosa che parte dal cuore per arrivare sempre, più o meno, dalle stesse parti. Ingrid Ilardi |